Eclissi è un spettacolo ispirato all'Altare di Isenheim di Mathias Grunewald la cui trama si forma a partire dalla carnalità e dal sangue dei corpi raffigurati nel polittico. Grunewald lascia il suo segno più forte sulla figura di Cristo, fin dentro la sua carne, facendo coesistere nello strazio del suo corpo crocifisso un' atemporalità abbagliante e una temporalità caduca e sanguinante. Questa materia umana, questa unificazione dell'essere come vindice e schiavo, prono e vittorioso è ciò che crea scandalo nell'opera di Grunewald. Questa definizione dell'essere è il fuoco che sta al centro dei corpi messi in scena.
L'umanità che scelgo di raccontare è priva di silenzi, di pace, di luoghi a cui tornare, di essenze a cui appartenere. E' un umanità che pare potersi sostenere da sola in una eterna danza di festa, ma che invece continua a cadere e ricadere su se stessa.
Corpi come alberi dalle radici rigirate, che cadono l'uno sull'altro senza legami, senza costruzione. Eppure in questa caduta, in questo magma di carne, sembra stare il mistero. Richiamato da suoni lontani, da melodie antichissime, il miracolo sembra affacciarsi e dare la possibilità di un nuovo feto-nascere-divenire-alba.
" Non dalla pietra e non nella pietra ma dalla carne e nella carne deve rinascere l'uomo."
Ma questo accadere è frenato dall'irresistibile attrazione per il pulsare frenetico e ritmico che di nuovo conduce alla danza, alla parola, al verbo, al fare, all'accadere, senza aver avuto il tempo di accedere al profondo, di sondare l'insondabile, di sentire la domanda: una domanda per ognuno di noi. Si torna a danzare in frenetico vorticare di luce figure ed ombre, come se fosse naturale per l'essere, in questo caso umano, disgregarsi in mattatoi rinnovati senza memoria.
Una serie di Eclissi dell’essere umano viste da vicino nella loro quotidianità, nella loro ‘sofferenza vissuta’, cercando di rispondere alla domanda: cos’è il dolore?
Eccola l'opera di Grunewald che si affaccia a guardarci come una madre che già ci conosceva, che prova pena per i suoi figli, che prova a danzare con loro, dandoci la possibilità di un incontro, ma forse ciò è possibile solo facendo un passo indietro e fuori dalla danza...
eclissi (2011)
vincitore I Teatri del Sacro 2011, sezione professionisti, coproduzione I Teatri del Sacro, Leele, Associazione Imagine
si ringrazia aldes / Roberto Castello e Alessandra Moretti, Kuntari Ballet / Daniele Carnazza, Massimiliano Bardotti,
Emanuel Rosemberg, Elisabetta De Terlizi, Francesco Manenti
coreografia, regia e ideazione
Katia Frese
danza
Katia Frese, Enrico L'Abbate,
Piero Leccese
cantanti
Simone Faraoni, Ilaria Savini
disegno luci e video
Luca Telleschi
costumi
Diana Ferri